giovedì 10 marzo 2011

Popcorn: L'Uomo Nell'Ombra




Quando si parla di Roman Polanski, è difficile capire dove finisce la vicenda personale dell'autore e dove inizia il distacco del racconto rispetto alla posizione del narratore. Specie in questo film, figlio delle vicissitudini recentemente vissute dal regista, che, di fatto, ha ultimato la post-produzione agli arresti domiciliari.
Riprendendo un romanzo di Robert Harris, il protagonista è un ghost-writer (malamente tradotto in italiano come "uomo nell'ombra"), interpretato da Ewan McGregor, cui viene affidato il compito di redigere l'autobiografia dell'ex primo ministro inglese Adam Lang (evidente copia-carbone di Tony Blair, ben tratteggiata da Pierce Brosnan).
Come ogni politico che (non) si rispetti, anche Lang ha i suoi scheletri nell'armadio: un'accusa pendente di crimini di guerra e contro l'umanità e la curiosa morte del precedente ghost-writer.
Così, il personaggio di McGregor (volutamente lasciato senza nome), inizia un viaggio a ritroso nel passato di Adam Lang, tra false verità, contraddizioni e favolette preconfezionate per gli elettori, in un sentiero che inevitabilmente andrà a congiungersi con quello del suo predecessore.
Polanski riprende lo stile hitchcockiano tanto caro fin dai tempi di Frantic e confeziona un thriller perfetto: il ghost-writer di Ewan McGregor è a tutti gli effetti un fantasma che si aggira invisibile prima tra le stanze del gelido rifugio dell'ex premier e poi per la spettrale isola, unico porto franco per l'ambiguo politico.
Con la maestria che gli è consueta, il regista polacco dosa la tensione mantenendola sempre a un livello subliminale, instillando nello spettatore una specie di costante preoccupazione per le sorti del giornalista, costretto a dover fronteggiare una minaccia che è, allo stesso tempo, latente ed evidente.
Fino ad arrivare al magnifico finale, emblematico e acme della tensione, finalmente liberata.
Ewan McGregor è eccellente nel rendere minimale e scarno il suo personaggio, coadiuvato da un cast che definire di contorno è quasi offensivo: Pierce Brosnan (che per me è il peggior 007 di tutti i tempi, beninteso) è abilissimo nel raffigurare l'ambiguità insita in ogni politico, Tom Wilkinson fa una piccola comparsa, ma sufficiente a rappresentare il Mefistofele di turno, e sono splendide, seppur per motivi diversi, Olivia Williams e la sempre strafiga Kim Cattrall.
Forse uno dei più bei thriller degli ultimi anni, attuale, teso, e magnificamente girato.
Sperando non sia l'ultimo film di Polanski...



Voto 8,5

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