venerdì 30 dicembre 2011

Yeah...Whatever...





Boh, non so neanche da dove iniziare, nè tantomeno dove andare a parare. La verità è che sono così sommerso da pensieri, rimuginazioni e fantasticherie (per non parlare del mio inconscio che ultimamente produce sogni più allucinanti del solito) che persino scrivere 4 righe in croce su un film appena visto, o su una serie tv meritevole di attenzione o su qualche cazzata ponderata/fatta/ipotizzata mi risulta snervante e sostanzialmente inutile.
Insomma, il blog va in pausa a tempo indeterminato, come si usa dire per le grandi band quando uno del gruppo cerca di andare per la sua strada.
Magari riprendo, magari no.
Però chiudo con un aneddoto.
Oggi, in piena trance da shopping letterario mi aggiravo per la Feltrinelli, non ancora soddisfatto dei cinque libri che mi prefiguravo di comprare, quando l'occhio mi cade su un famigerato classico del '700 (non lo menzionerò ma o lo capirete all'istante o vi cercate su Google da dov'è presa la citazione qui sotto): guardo con discreto scetticismo la copertina,il retro ed il prezzo e, sempre animato da enorme diffidenza, mi decido a sfogliare le prime pagine.
Leggo le 5 righe che trovate di seguito e capisco che probabilmente si tratta dell'acquisto più azzeccato della giornata.
Buon Anno.

"Ho raccolto con cura e qui espongo quanto ho potuto trovare intorno alla storia del povero [Tizio, sennò è troppo facile, eh], e so che me ne sarete riconoscenti. Voi non potrete negare la vostra ammirazione e il vostro amore al suo spirito e al suo cuore, le vostre lacrime al suo destino.
E tu, anima buona, che come lui senti l'interno tormento, attingi conforto dal suo dolore, e fai che questo scritto sia il tuo amico, se per colpa tua o della sorte non puoi trovarne di più intimi."

martedì 27 dicembre 2011

Dischi Del 2011









Come l'anno passato, mettiamo in pausa i dischi del mese e facciamo una top ten dei 10 migliori album del 2011 (con tanto di Zooey Deschanel natalizia, che volete di più?).
Scrollando I-Tunes, devo dire che non è che sia stata una bellissima annata; nell'oceano di piattume pop-dancereccio, pochi dischi memorabili, qualche buon lavoro, molte prove modeste (o al di sotto degli standard attesi, vedi Radiohead o Coldplay), al punto che mi risulta difficile scegliere il disco che più ho apprezzato quest'anno.
Infatti punto tutto su un album uscito nel 2010 ma che ho colpevolmente scoperto nel 2011, cioè quello dei Dead Man's Bones: il duo formato da Ryan Gosling e Zach Shields scala la vetta con un meraviglioso concept sulle storie di fantasmi, fatto di nenie spettrali, versi sospirati e ninnananne da paura, impreziosite da un coro di bambini. Si vocifera di un seguito, visto il successo, e francamente ci spero parecchio.

10-
Kasabian - Velociraptor!
9- Radiohead - The King Of Limbs
8- Foo Fighters - Wasting Light

7- The Vaccines - What Did You Expect From The Vaccines?
6-
Death Cab For Cutie - Codes And Keys
5- Fleet Foxes - Helplessness Blues
4- Wilco - The Whole Love
3- M83 - Hurry Up, We're Dreaming
2-
Anna Calvi - S/T

And the winner is... (ovvio)


1- Dead Man's Bones - S/T




Quanto agli italiani, come l'anno scorso, rapidissima top 5:

5- Jovanotti - Ora
4- Zen Circus - Nati Per Subire
3- Verdena - WOW
2-
Caparezza - Il Sogno Eretico


And the winner is...(meno ovvio, ma a mani basse)

1- I Cani - Il Sorprendente Album D'Esordio De I Cani




E dato che abbiamo aperto col binomio Zooey Deschanel-Natale, chiudiamo così:


domenica 25 dicembre 2011

Sette Film Che A Natale Guardi Sempre






Ah, il Natale.
L'unico periodo dell'anno in cui il palinsesto televisivo cambia in meglio. Messe in pausa le trashate Mediaset e le vetuste fiction di RaiUno, per l'unica volta in 365 giorni, cominci a considerare il telecomando con occhi diversi, arrivando persino ad essere indeciso tra due-tre canali.
Trasmettono ogni anno gli stessi film, ma ogni anno non puoi fare a meno di sederti sul tuo divano e pronunciare il tuo catodico 'presente' all'ennesima visione di Una Poltrona Per Due, Gremlins, Ricomincio Da Capo e via dicendo.
Li conosci a memoria, ormai; Eddie Murphy nei panni di Valentine (l'unico film che abbia azzeccato in vita sua) ti fa ridere anche la ventesima volta che lo vedi riacquistare miracolosamente le gambe e la vista in Central Park, hai identificato Bill Murray con Babbo Natale da quando avevi 8 anni e, alle soglie dei 26, trattieni a stento la lacrimuccia sulla canzoncina finale del Canto di Natale della Walt Disney.
E' la magia del Natale, baby: scartare regali, prendere delle sòle clamorose, darne altrettante, strafogarsi di pandori, rimuovere chirurgicamente i canditi dal panettone, intascare dindini dagli ultimi parenti anziani che ti sono rimasti, per poi sperperarli a carte, e stabilire una malsana simbiosi con stufe, termosifoni e caminetti.
Fosse così sempre, forse non avrebbe lo stesso sapore.


7- Mamma, Ho Perso l'Aereo



6- I Gremlins



5- Ricomincio Da Capo




4- Festa In Casa Muppet



3- Una Poltrona Per Due



2- Sos Fantasmi



1- Canto di Natale





Note a margine:

- frequentare certi soggetti in tenera età ha ridotto Macaulay Caulkin in condizioni simili.

- da bambino i Gremlins cattivi mi facevano una paura cosmica.

- non spenderò ulteriori parole per elogiare Bill Murray, che poi si potrebbe pensare che sia gay.

- a onor del vero, non vedo da una vita il film natalizio dei Muppet, ma è stata la mia prima volta al cinema e andava inserito in top 7 solo per quello.

- Una Poltrona Per Due è l'unico film in cui Eddie Murphy mi faccia ridere di gusto.

- la canzoncina finale "Dire Buon Nataleee" del Canto di Natale versione Disney mi fa scendere la lacrimuccia ogni benedettissimo 25 dicembre, ma credo di averlo già detto.


Auguri!



mercoledì 21 dicembre 2011

Dexter - Stagione 6



Andiamoci così, dato che non è che abbia tanta voglia di scrivere: adoro questa serie e ritengo il personaggio principale una delle invenzioni più interessanti degli ultimi anni di telefilm.
Ma questa stagione è un pacco mondiale.
Le premesse erano buone: un comprimario affascinante (Brother Sam), 2 killer promettenti e intriganti (almeno nelle prime puntate), storylines secondarie decenti e meno soporifere del solito e Michael C.Hall che è una certezza qualsiasi cosa faccia.
Peccato che finisca tutto in una giostra di deus ex machina, buchi di sceneggiatura pazzeschi e forzature clamorose per arrivare ad un finale pesantemente depotenziato (perchè avrebbe avuto tutt'altro effetto inserito nell'ultima scena della quinta stagione, anzichè adesso), con l'incognita di altre due stagioni sul groppone e il consistente rischio di mandare in vacca una serie che fino a quest'anno, tolte piccole sbavature, non aveva sbagliato un colpo.
Mah.
Spero in una degna conclusione, ma per come hanno messo le cose gli autori la vedo dura.



Voto 5,5

giovedì 15 dicembre 2011

Play: Assassin's Creed - Brotherhood








Dopo il boom del secondo capitolo, alla Ubisoft hanno fiutato la preda e deciso di rilasciare annualmente un nuovo episodio della saga di Assassin's Creed. Mentre è giunto negli scaffali qualche giorno fa il capitolo conclusivo (Revelations) sulle vicissitudini di Ezio Auditore, io mi sono messo a giocare al predecessore, Brotherhood.
La storia riprende dalla fine di Assassin's Creed II: Ezio non è riuscito ad uccidere Rodrigo Borgia e la rappresaglia su Monteriggioni è immediata e feroce, costringendo il nostro eroe a fare capolino a Roma (ricostruita magnificamente) per orchestrare una vendetta adeguatamente sanguinosa e soprattutto recuperare la Mela dell'Eden.




Come in ogni episodio, si seguono parallelamente le vicende, ambientate nella Monteriggioni dei giorni nostri, di Desmond Miles, discendente della stirpe di Altair ed Ezio, sempre più "sincronizzato" con le abilità dei propri antenati.
Storia a parte (ed è una bella storia), è evidente come questo gioco (e verosimilmente anche il Revelations appena uscito) sia pensato come un'espansione del secondo capitolo piuttosto che un vero e proprio Assassin's Creed III.
Le innovazioni rispetto al passato sono poche ma succose, dagli elementi gestionali della confraternita di Assassini ad una migliore gestione dei combattimenti, passando per un ventaglio di missioni piuttosto variegato.
Personalmente continuo a trovare le meccaniche di gioco ancora un po' ripetitive e troppo focalizzate sull'alternanza di sessioni da parkour e sessioni più strettamente action.
In ogni caso, ci si diverte, per un tempo sufficientemente duraturo, e la storia indubbiamente continua a suscitare fascino, facendo leva su un personaggio carismatico e in continua evoluzione. Insomma, non è certamente un gioco da day one ma preso ad un prezzo ragionevole (cioè sotto i 30 euro, io l'ho preso 16,90) rimane un prodotto che mi sento di consigliare.





Voto 8+



giovedì 8 dicembre 2011

SetteFigheAstrali




Veniamo alla top7 più attesa (da me, sicuramente), con una doverosa premessa: sono un femminista nato. Ritengo obsoleta e priva di senso la distinzione tra sesso debole e sesso forte, anche perchè sarebbe interessante rivalutarne i rispettivi ruoli e parto dal presupposto che una donna sia a) più capace; b) più scaltra; c) più attraente di un uomo. Insomma, è una vittoria netta.
Detto questo, le 7 donzelle di cui sotto non c'entrano una mazza con disquisizioni sessiste e/o antropologiche: sono semplicemente le 7 donne più belle del pianeta, secondo me: quelle che se mai le incontrassi per strada arrossiresti mettendo in subbuglio il tuo sistema cardiocircolatorio e avresti quasi il terrore di sfiorarle. Perchè a parole siamo tutti bravi, e davanti a un monitor con delle foto come queste pensiamo alle migliori/peggiori porcate, ma a fatti (e non pugnette), la verità è che ci scioglieremmo come ghiaccioli all'inferno, una volta incrociato il nostro sguardo con il loro. E sarebbe la fine.
Una bella fine, direi.


7- Carla Gugino (la potete vedere/ammirare in Watchmen, Sin City e nella quarta stagione di Californication)



6- Mila Kunis (Codice Genesi, American Psycho 2, Il Cigno Nero etc)



5- Marion Cotillard (Contagion, Midnight In Paris, Inception etc)




4- Deborah Ann Woll (True Blood)



3- Christine Hendricks (Mad Men, Firefly, Drive)



2- Zooey Deschanel (Weeds, 500 Days Of Summer, Yes Man e da quest' anno The New Girl)



1- Olivia Wilde (House, Tron Legacy, Cowboys And Aliens)




E, sì, ho una appena percettibile fissazione per gli occhi chiari; determinare l'ordine di gradimento è stata un'impresa più che ardua; la combinazione capelli rossi+occhi verdi=WIN; non mi piace Megan Fox (e mi sta cordialmente sulle balle); Zooey Deschanel è LA fidanzata ideale e Olivia Wilde, tra tutte, è così bella che è lecito chiedersi se esista veramente; Melanie Laurent, Angelina Jolie e Michelle Monaghan sono state rinunce dolorose ma necessarie; per le altre mi limito a dire che sono semidivinità scese sulla Terra per caso e miracolo.
Concludo dicendo che probabilmente, tempo permettendo, serve un'altra top7 per le fighe astrali del passato, che a Claudia Cardinale, Barbara Bouchet, Florinda Bolkan e compagnia bella è impossibile non dedicare neanche un pixel.

Prossima Puntata: SetteFilmCheANataleGuardiSempre

martedì 6 dicembre 2011

So Here We Are

Tanti, troppi pensieri per la testa che forse è meglio affidarsi a una canzone e concedersi 3 minuti e 42 secondi di pausa. Mi sento un cazzone teenager, diosanto.




domenica 4 dicembre 2011

Popcorn: Habemus Papam



Credo di stimare Moretti più come intellettuale che come regista, ma quest'affermazione vale come il jolly a briscola, avendo visto solo La Stanza Del Figlio (interessante ma pesante come solo Giuliano Ferrara dopo cena sa esserlo) e, appunto, questo Habemus Papam.
Avendo letto le recensioni alla sua uscita, le prime impressioni della critica erano grossomodo distinguibili in due grandi categorie:

-giornalisti di sinistra:"Genio assoluto. Capolavoro."
-giornalisti di destra:"Il solito saccente. Noioso come non mai."

Cercando di essere un pizzico obiettivi, la verità, dice il proverbio, sta nel mezzo. Perchè è impossibile elidere dal Moretti-pensiero la sua formazione politica, ma è altrettanto impossibile ridurre il tutto a bandiere rosse e faccette nere.
Dove Paolo Sorrentino, con Il Divo, tratteggiava una figura complessa e pienamente a suo agio tra giochi di potere e manipolazioni, seppur con un pesante prezzo da pagare in termini di solitudine, Moretti (in maniera meno raffinata, va detto) incarna nel cardinale Melville di uno straordinario Michel Piccoli un uomo solo e spaventato, di fronte a un incarico talmente grande da essere pensato per un dio.
Dove Andreotti si mostra arguto e impassibile, il neo-Papa urla, scappa e, smarrito, vaga in cerca di umanità e riparo, in autobus, in un panificio, al bar, fino ad arrivare al teatro (sogno covato e frustrato in gioventù), sede di uno smascheramento tanto poetico quanto emblematico per una messa a nudo di una figura troppo spesso caricata in maniera esagerata di venature trascendentali.
Con un finale fortemente intriso di pessimismo e sconforto (sovraccaricato da una sottolineatura musicale magniloquente e tragica), Moretti confeziona un film riuscito a metà, dove l'impalcatura principale si caratterizza per solidità e spessore nelle vicissitudini del cardinale interpretato da Piccoli (grandioso), ma dove ad essere deficitario è il contorno, poco approfondito e sostanzialmente ridotto a mero pretesto comico nel ritrarre gli altri cardinali del Conclave come dei simpatici vecchietti paurosi, per una patata bollente che nessuno vuole toccare, e un po' nevrotici.
Ok, sono scene gradevoli e alcune battute sono veramente godibili, ma è una superficialità che stona con il nucleo tragico e disperato della vicenda, e che non si salva con le parole ultralaiche e pessimiste del personaggio di Moretti, depotenziate nel contesto giocoso orchestrato dal regista per questi intermezzi.
In conclusione, da vedere, ma mi aspettavo più coraggio.



Voto 6,5

sabato 26 novembre 2011

Dischi Del Mese: Novembre '11


Molti ascolti a scoppio ritardato in questo novembre. Troppi impegni, col tempo libero che si riduce al lumicino, e recuperi che vanno accumulandosi.
In barba alla mia notoria esterofilia, copertina del mese dedicata al presunto caso discografico italiano dell'anno, cioè quei Cani avvolti dal mistero (e dall'hype) ad un livello tale che a lungo ci si è chiesti se davvero dietro a tutto ci fosse una sola persona.


Help Stamp Out Loneliness - S/T: con colpevole ritardo, uno dei dischi più interessanti di questo 2011, fatto di ritmiche sbarazzine, melodie immediate infarcite di pop gelatinoso e fortemente debitore di echi wave-eighties, e impreziosito da una grazia vocale che rimanda ai bei tempi in cui Nico veleggiava sul tappeto sonoro dei Velvet Underground. Citare un brano sopra gli altri sembra ingeneroso ma Palma Violence e Cottonopolis + Promises sono ottimi manifesti programmatici. Straconsigliato. Voto 8

Coldplay - Mylo Xyloto: mi ricordano sempre più Jovanotti, per la loro lenta (ma inesorabile trasformazione in paladini del buonumore a priori; quello forzato ad ogni costo, stantìo e poco autentico, ma che acchiappa un po' tutti.
E io li preferivo quando erano più depressi in Parachutes o A Rush Of Blood To The Head. Intendiamoci, Viva La Vida.. non mi è dispiaciuto, ma questo suona troppo artificioso per una band che aveva basato quasi tutta la carriera su una struttura tanto scarna quanto efficace. Ora compaiono suoni electro in Every Teardrop Is A Waterfall, gli echi del passato non reggono il confronto (vedasi Charlie Brown) e, dulcis in fundo, spunta persino Rihanna, in un pezzo che è più un featuring dei Coldplay in una canzone electropop che non un brano di Chris Martin e soci. In un contesto di sostanziale piattezza, emerge il piglio più rock di Hurts Like Heaven e si fa ascoltare senza troppa voglia di skip anche Don't Let It Break Your Heart, ma è troppo poco. Voto 5-


I Cani - Il Sorprendente Album D'Esordio De I Cani: è il classico disco da amare o odiare, fatto di cinismo, disillusione, incoerenza, spocchia e squallore e dove testi torrenziali, intrisi di amara ironia e velata tristezza, vengono convertiti a fatica in una forma musicale sghemba, scarna e che se ne frega di piacere per forza. Mentre caterve di pseudoartisti provenienti da talent, gruppi senza nè arte nè parte riempiono palazzetti dello sport scrivendo canzoni d'amore fino alla nausea e vecchi (presunti) leoni continuano ad ammorbarci, almeno il disco de I Cani mette in moto qualche neurone in più, senza provocare necessariamente deiezioni. Poi, sò sempre gusti, eh. Voto 7,5

Deer Tick - Divine Providence: meh. Avevo apprezzato parecchio i dischi precedenti, trovandoli tanto genuini quanto trovo questo leggermente artefatto. Intendiamoci, le canzoni sono grosso modo tutte gradevoli e l'accoppiata The Bump-Funny Word è un ottimo biglietto da visita, si continua a respirare quella salubre miscela di rock-folk-blues, ma War Elephant era molto meglio. Voto 6+