mercoledì 16 giugno 2010

Popcorn: Profondo Rosso



Precisazione: i primi film di Dario Argento che ho visto sono stati "L'uccello dalle piume di cristallo" e "Il gatto a nove code"; molto godibili (specie il secondo) nonostante mostrassero evidenti segni del tempo trascorso e una discreta linearità della trama.
Tuttavia, ad attenuante, c'era una resa visiva dell'orrore semplicemente magistrale; classico esempio è la scena iniziale del primo dei 2 film citati, esteticamente perfetta e turbante, allo stesso tempo.
Non ho visto altro della filmografia argentiana, ma penso di poter affermare che con Profondo Rosso si tocchino le vette del capolavoro.
Quadrato e perfetto in ogni sua componente, a partire dalla famigerata colonna sonora dei Goblin (che sarebbe ingeneroso ridurre al solito motivetto che compare quando lui fa l'ospite a Quelli che il calcio o altre vaccate) che è una perla di prog-rock, passando per un'ottima prova attoriale (nel cast c'era gente come Gabriele Lavia, David Hemmings di Blow Up, Daria Nicolodi...), una regia virtuosa e disturbante, finendo con, dulcis in fundo, una storia realmente intrigante.
Due ore di suspense finemente orchestrata e sapientemente alleggerita anche da un personaggio spettacolare com'è quello di Daria Nicolodi, la giornalista Gianna: credo che all'uscita del film sia diventata un'icona del femminismo italiano dell'epoca (parliamo degli anni '70) per l'intraprendenza e il sapore di libertà che traspirano da questa donna.
Dal canto suo, Hemmings interpreta un personaggio, che è figo di suo, con classe ed eleganza (il pianoforte lo suona davvero lui nelle varie scene) e l'interazione con la Nicolodi è ottima (le scene in macchina sono fantastiche).
L'aspetto investigativo segue una logica ferrea e realistica, senza soluzioni improvvise o improvvisate e lo spettatore capisce solo alla fine l'identità dell'assassino, ed è veramente una rivelazione sorprendente, come si chiede a OGNI film di questo genere, e come purtroppo raramente si vede, al contrario.
Insomma, per me è una pietra miliare del cinema italiano, perchè mostra un altro lato della nostra cultura (diverso dalla classica filmografia italica), quello più perverso e malato. Consigliatissimo.


Voto 9

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