lunedì 14 giugno 2010

Torpore






Torpore.
Quella cosa che, anche dopo 11 ore di sonno, ti porta ad avere delle borse sotto gli occhi così grandi che potresti metterci l'occorrente per 2 giri intorno al mondo. E tornare con delle provviste che ti sono avanzate.
Col senno di poi, non è stato molto proficuo il "Girls, Interrupted" di Californichescioniana memoria: almeno la vita prima era più movimentata.
Questa prima metà di 2010 è stata di una piattezza senza precedenti, con qualche soddisfazione solo in ambito lavorativ-studentesco.
Nessun incontro interessante, nessun avvenimento degno di nota, nada de nada. E così il riposo cerebrale lentamente diviene appiattimento, passione svilita, entusiasmo contenuto (se non ridotto), nichilismo sempre più dilagante.
Davvero, la mia insofferenza verso ciò che mi circonda è crescente; mi chiedo come sarò a 70 anni, se comincio così.
La cosa tragica è che non saprei come porvi rimedio. Un viaggio? Un incontro casuale sconvolgente?
BOH.
Non so perchè ultimamente ho il vizio di intravedere un qualcosa di affascinante in persone con le quali difficilmente potrò avere a che fare. O stanno troppo lontano, o sono fidanzate, o sono troppo stangone, o sono lesbiche.
Se dovessi fare un'autoanalisi, comincerei a domandarmi se in realtà me le scelgo proprio perchè irraggiungibili, assecondando il mio inconscio desiderio di rimanere da solo.
Ma non lo faccio.
Continuo a pensare che, sotto quest'aspetto, sia celato un lato un po' schizofrenico, nel senso etimologico del termine: un animo diviso in 2 che desidera cose opposte.
Il problema è metterle d'accordo, 'ste 2 parti.

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