venerdì 10 dicembre 2010

The Walking Dead 1x06: "TS-19"





Qualche giorno fa avevo letto una news riguardo a un repulisti di autori ordinato da Frank Darabont, in previsione della seconda stagione di The Walking Dead.
A vedere questo season finale, è difficile non dargli torto (certo, lui è lo showrunner, quindi le colpe andrebbero equamente divise), perchè questo TS-19, più che un degno capitolo conclusivo di una ministagione di soli 6 episodi, pare essere un episodio filler di una serie di 25.
Con ordine.
Eravamo rimasti al gruppo che veniva accolto dal reticente scienziato del CDC nella struttura, rimasta ormai vuota. Dopo una doccia, una cena con molto vino e una spiegazione non-spiegazione sull'origine dell'epidemia (utile solo a chiarire che il Test Subject 19 altri non è se non la moglie di Jenner), veniamo a sapere che quando in un centro di controllo per il bioterrorismo finisce la corrente elettrica, un sistema di autodifesa garantisce la decontaminazione perfetta dell'ambiente nell'unico, migliore, modo possibile: una megaesplosione. (dalla quale si salveranno tutti tranne lo stesso Jenner e la tizia di colore che lavorava al catasto, bye bye, we'll miss you)
Sorvolando su questa premessa, già di per sè risibile, il risultato finale è il confezionamento di un episodio totalmente estraneo per atmosfere e sviluppo narrativo ai 5 precedenti.
Come definire se non "azzardo" ambientare un'intera puntata (perdipiù l'ultima della prima stagione) in uno scenario totalmente diverso da quello a cui lentamente ci si stava abituando e soprattutto senza mostrare neanche uno zombie in 47 minuti?
E poi, quanto perde in impatto emotivo la morte di un membro del gruppo di superstiti se precedentemente non ci si è minimamente interessati ad approfondirlo? (in qualsiasi forum, blog, stato di facebook, noto che il nome della tipa di colore che decide di rimanere e farsi saltare in aria è praticamente sconosciuto)
L'episodio paga una eccessiva stilizzazione nella caratterizzazione dei personaggi (ma questa è una pecca che The Walking Dead si porta sul groppone dal secondo episodio), facendo ripercuotere questa scelta sulle scene, in teoria, presupposte a far maggiormente breccia nell'animo e nella mente dello spettatore.
Lo stesso Rick, di cui non conosco la controparte fumettistica, in 6 puntate appare eccessivamente modellato sul fenotipo del cavaliere senza macchia e senza paura, sempre a parlare di "speranza e del buono che c'è in ognuno di noi e bla bla bla". Nonostante la sceneggiata napoletana del "mi faccio saltare in aria"-"no dai, vieni"-"no resto qua"-"allora resto pure io"-"allora andiamocene", Andrea rimane il personaggio meglio tratteggiato e più convincente nella sua umanità fatta di disperazione e risoluzione. Se poi ci aggiungiamo che di walking deads, in questo season finale, se ne vedono 3 negli ultimi 20 secondi, la delusione aumenta.
Nella seconda stagione, Shane promette di essere più scheggia impazzita di quanto non lasciasse presagire Daryl Dixon, sperando che le nuove penne reclutate da Darabont facciano un lavoro migliore. Intanto i "Days Gone By" sembrano veramente andati e lontani.


Voto 5


PS: In conclusione, non ci resta che confidare nella AMC per il prossimo anno, sperando che la climax discendente (qualitativa e narrativa), che ha caratterizzato la prima stagione di The Walking Dead, non diventi una peculiarità di questa serie. E basta season finale con esplosioni!! Cinque stagioni di Lost non hanno insegnato proprio nulla?

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