sabato 13 agosto 2011

London's Burning pt.2




E veniamo alle osservazioni meramente turistiche.
Per comodità (e per una buona dose di pigrizia mentale alle soglie del Ferragosto) semplifichiamo così.

COSA HO AMATO:

- i musei, in tutto e per tutto. Dal fatto che quelli fondamentali sono gratis (e National History Museum e British sono tappe obbligatorie, senza se e senza ma) , al fatto che, pur a fronte di un introito economico apparentemente minore, sono tenuti 100 volte meglio dei carissimi musei italiani (citofonare Bondi-Galan, please). Oltretutto il messaggio di promozione culturale che passa è di una potenza non indifferente

-la disponibilità, la calma, l'aplomb, lo stile di un popolo che riesce ad essere fiero delle proprie origini, tradizioni e radici (perchè le parate giornaliere del cambio della guardia vengono seguite dagli stessi inglesi come se fosse la prima volta), senza per questo scadere in uno pseudonazionalismo snob. Probabilmente, sono gli unici ad aver capito che il concetto di razza è obsoleto da almeno 20 anni (per me non ha mai avuto alcun valore, ma vabbè) e che la vera forza di una nazione è la multiculturalità e l'integrazione sociale.

-i parchi e tutto il microcosmo che rappresentano, oasi di pace in un contesto che, inevitabilmente, non può che essere caotico (Londra è la città più grande d'Europa)

-il wi-fi libero OVUNQUE. Come detto sopra, altra civiltà.

-il fattore F: mi limito a citare un barista italiano beccato casualmente in un locale: "Sono qui da 4 giorni e mi sono innamorato almeno 20 volte! Come devo fare!?" Non vado da molto tempo in Spagna, ma, in Inghilterra, credo di poter affermare, con un minimo margine di errore, di aver visto le ragazze più belle d'Europa: eleganti, sensuali (e quasi mai volgari) e raffinate. Finora il top.

-Soho e Piccadilly Circus: semplicemente la zona più bella della città, con i suoi mille teatri, le stradine piene di negozietti e quell'aria da Swinging London che è ancora possibile respirare. Se siete avidi consumatori di musica, consiglio Berwick Street, sempre a Soho; troverete in rapida successione una serie di music shop fornitissimi ed a prezzi convenientissimi, sia per vinili che per cd (ovviamente, io ho prontamente provveduto a saccheggiarli).

-la metropolitana. Ma questo vale solo se siete anche voi grandi fan delle atmosfere urbane.

-il cibo. Non credete a chi dice che a Londra si mangia male. Entrate in un pub, uno qualsiasi, e ne uscirete sazi e contenti, e perdipiù dopo aver pagato una cifra onesta. Non vi infognate nelle ricerche di ristoranti italiani (che su 10 che ne incontrate, al massimo solo 2 lo sono realmente) e non vi azzardate a provare vietnamiti, indiani, cinesi e quant'altro: ne uscireste con il portafogli più leggero e lo stomaco più pesante.

-la vita notturna. Inutile dire che vengono accontentati tutti i gusti e che le possibilità sono pressochè infinite.

COSA HO ODIATO:

-Harrod's e dintorni. Come detto nel post precedente, rappresentano l'opulenza e lo spreco portati all'eccesso. E' una sorta di paese dei balocchi più volgare e meno divertente, ma che va visto, se non altro per saperne parlare.

-le distanze iperboliche; ma basta armarsi di buona pazienza e buone gambe, per quello.

-Oxford Street, che è la classica zona turistica senza nè arte nè parte, uguale in qualsiasi città, piena dei soliti negozi che trovi ovunque.

-il culto che aleggia intorno a William e Kate (a Buckingham Palace, nella sala più grande, oltre all'abito è esposta la torta nuziale, tenuta in una apposita cella frigorifera...)

-il clima ballerino, per quanto, in 10 giorni, abbia beccato una sola giornata di piena pioggia. Anzi mi è andata bene

-le rotture di palle della Ryanair sull'annosa questione del bagaglio a mano.

-tornare a casa.

STRANEZZE VARIE:

- Tiziano Crudeli (per chi non lo conoscesse, un telecronista tifoso del Milan che farebbe sembrare Carlo Pellegatti un commentatore equilibrato), non si sa come nè perchè, è il principale testimonial di una delle più note agenzie di scommesse inglesi. Se non ci credete, andate su Ladbrokes.com e guardate chi è lo scemo con le cuffie che campeggia sulla pagina principale.

-a Westminster Abbey, ogni 30 minuti, un prete sale sul pulpito e recita una preghiera di 60 secondi, durante la quale, tutta la Chiesa deve osservare un rigoroso silenzio (persino gli impiegati alla biglietteria smettono di darti corda).

-al Tate Modern, troverete l'opera di Umberto Boccioni "Forme uniche della continuità nello spazio", il retro dei nostri 20 centesimi, per chi si fosse mai chiesto cosa fosse.


-ho finalmente collaudato Kentucky Fried Chicken e non ne sono andato pazzo. Considerata la mia passione per il pollo, entra a pieno titolo nella categoria 'stranezze'.

Non mi viene in mente altro. Concerto di Battiato stasera, passo e chiudo.


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