giovedì 10 novembre 2011

SetteComics





Top 7 con una precisazione: mi sono avvicinato ai comics anglo-americani da un paio d'anni; ho ancora qualche pietra miliare da recuperare (Sandman, Batman: Anno Uno, Killing Joke, L'Ultima Caccia di Kraven, per citarne alcuni) e molti tesori nascosti da scoprire. Allo stato attuale, e con molta indecisione per alcune posizioni (tipo il Conan di Busiek e Cary Nord, Arma X di Windsor-Smith, All-Star Superman di Morrison e tanti altri depennati illustri) queste sono le storie che più mi hanno impressionato.


7-
Civil War



6- V Per Vendetta



5-
Preacher



4- Kingdom Come



3- Marvels



2- Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro



1- Watchmen



Non c'è storia, Watchmen è IL fumetto, per eccellenza. Un capolavoro indiscutibile per come riesce a conciliare forma e sostanza, per come scava fino alle viscere del concetto di supereroe, per come usa la figura del superuomo allo scopo di ricavarne un saggio sulla natura umana. I disegni di Dave Gibbons non hanno nulla di rivoluzionario, anzi, sono quanto di più classico si possa trovare, ed è un bene, perchè non rubano l'attenzione ad una storia, che definire stupenda è riduttivo.
Sulla scia del lavoro di Alan Moore, il Cavaliere Oscuro di Frank Miller, meno universale e metafisico nel contenuto, ma non per questo inferiore: una feroce critica al mondo dei mass-media (e sarebbe interessante sapere cosa ne pensa Miller dell'andazzo attuale del settore 'informazione'), mentre un vecchio e malandato Bruce Wayne continua la sua crociata personale contro il crimine e un mondo che non ama.
Terza e quarta piazza per un Alex Ross che sarebbe riduttivo definire 'disegnatore': le tavole dell'artista inglese sono semplicemente spaventose nella loro bellezza fotorealistica. Marvels ha una storia tanto semplice quanto intrigante per come posiziona l'universo Marvel dal punto di vista del lettore, consegnando all'illustratore la possibilità di dare libero sfogo al suo estro grafico, con risultati strepitosi.
Diverso il discorso per Kingdom Come: la storia di Mark Waid ha una portata epica tale che solo Alex Ross avrebbe potuto trasformare in immagini adeguate alla grandezza degli eventi narrati; valga per tutte la spettacolare sequenza dello scontro tra Superman e Capitan Marvel.
E dallo stile iper-realista e michelangiolesco di terza e quarta posizione, si passa al grottesco tratto di Steve Dillon per il predicatore ideato da Garth Ennis: un folle e allucinato viaggio on the road sulle tracce di Dio, tra famiglie cannibali, angeli cocainomani e discendenti ritardati di Gesù Cristo. Una storia che ti entra nel cuore, dei personaggi adorabili nelle loro debolezze e fallibilità, nonostante un finale che è godibile ma non all'altezza dei capitoli precedenti.
Torna Alan Moore, in sesta piazza, con V Per Vendetta, altra grande storia, troppo semplificata dal film (che comunque non nascondo di avere apprezzato), ma che rispetto a Watchmen soffre di una pesantezza più evidente in alcune fasi di lettura. Certo, rimane il rimpianto di avere sostanzialmente perso uno dei più grandi fumettisti di sempre, preso com'è da tutte 'ste boiate alchemico-stregonesche. Mah.
Chiude Civil War, l'unico maxi-evento della Marvel ad avere anche una (quantomeno) parvenza di valore più profondo del semplice riscontro commerciale: lo scontro tra Iron Man e Capitan America, ideato da Mark Millar, nasconde molto più che un semplice pretesto per scazzottate furiose, che tanto fanno sbavare i teenager, ma lo spunto per una riflessione sul valore della libertà e sul concetto di "patente di libertà" (citofonare Santoro-La7). Preso come semplice divertissement, comunque, Civil War diverte, emoziona ed è una gioia per gli occhi con i disegni di un plastico ed efficace Steve McNiven.


Prossima Puntata: SetteFilm

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