sabato 2 aprile 2011

Popcorn: Daredevil




Avevo già espresso il mio odio cordiale verso Ben Affleck, parlando di The Town, dove, nonostante fosse il più scarso degli attori, era riuscito a dirigere il tutto più che bene.
Beh, caro Ben, con Daredevil non la passi liscia.
Sì, parlo a te, brutto figaccione con la stessa espressività di un muro in cemento armato.
A te e a quel coglione che risponde al nome di Mark Steven Johnson, che, non solo osa firmarsi regista di un film che entra di diritto nella lista dei 10 più tamarri di sempre (perchè usare gli Evanescence per la colonna sonora è da tamarri, parliamoci chiaro) ma che ha addirittura la sfrontata ambizione di ritenersi uno sceneggiatore migliore di un Frank Miller qualsiasi, o volando più basso di un Kevin Smith, e, mi voglio rovinare, perfino di quel J.Michael Straczynski
del patto col diavolo di Spiderman.
Il risultato?
Dando per scontata l'infedeltà al fumetto, Johnson se ne esce con una storia sconclusionata in ogni suo aspetto: l'innamoramento Murdock-Elektra è totalmente nonsense da risultare ridicolo, così come l'incontro-scontro con Bullseye prima, e Kingpin poi. Non c'è un intreccio, nè un briciolo di suspense, Devil versione pupazzo in CGI che salta da un palazzo all'altro, fa ridere.
La caratterizzazione dei personaggi, laddove non è assente, è a dir poco patetica: non si capisce perchè Murdock si interroghi sull'essere buono o cattivo, quando dedica la sua vita a pestare i criminali, ma tant'è...
Elektra stessa, che nel fumetto ha le palle tanto quanto Devil, qui, è una ritardata che prende a pugnalate il primo che passa; Jennifer Garner (che obiettivamente è bonissima), in pratica, ricicla la spia di Alias rendendola un pelo più stupida e un attimo più popputa.
Se fate un po' di attenzione, poi, è facile notare come si possa leggere in faccia a Colin Farrell un'espressione da "Ma chi me l'ha fatto fare", mentre porta in scena Bullseye: un cerebroleso col mirino in fronte, gli occhi spiritati e che, in teoria, dovrebbe incutere un certo timore.
Dulcis in fundo, Kingpin: nel passaggio dalla carta alla pellicola diventa nero (e fin qui me ne posso pure fregare), perde il 90% del suo fascino, spuntando nell'ultima mezz'ora dal nulla, e non si capisce per quale motivo ce l'abbia con Devil (dato che il regista/sceneggiatore si dimentica di spiegarcelo nella prima parte).
Era così difficile, fare un copia&incolla del fumetto, basandosi sul taglio noir che è innato nel personaggio e che con il ciclo di Miller e Sinkiewicz raggiunge vette elevatissime?
Per Mark Steven Johnson, evidentemente, sì.
Non lo perdonerò mai per avere accostato My Immortal e quella nefandezza di Bring Me To Life a Daredevil.
Bastardo.
Ah, non ho detto molte cattiverie su Ben Affleck, neanche stavolta. Mi tocca rimediare: qualcuno potrebbe spiegargli che fingere di essere cieco non significa mettersi un'espressione da tonto, please?



Voto 2

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