mercoledì 8 giugno 2011

Californication - Stagione 4



Come si fa ad essere obiettivi con una serie tv con David Duchovny protagonista?
E soprattutto, come si può essere obiettivi quando contemporaneamente sullo schermo appaiono il Duchovny di cui sopra e Carla Gugino?

No dico, Carla Gugino: una donna da amare a priori e venerare in maniera incondizionata, lei, MILF del millennio, e cento volte più figa di quelle passere di legno di Megan Fox e di Kristen Stewart, che sia in topless e senza mani o di giallo latex-finto seta vestita.
Ebbene, viste le premesse, converrete con me che l'obiettività è difficile da perseguire, ma non abbiate timori: il giudizio sulla quarta stagione di Californication dipende essenzialmente da un solo fattore: le aspettative.
Più basse sono, e meglio si godono i 30 minuti a episodio, con la solita dose di doppi sensi, tette più o meno finte, soffocamenti autoerotici, depilazioni genitali maschili non propriamente riuscite, e risate varie sulla falsariga delle precedenti annate.
Viceversa, se fate parte di quella schiera di sognatori che ancora si illude che Hank possa cambiare, mettere la testa a posto, finirla di fare cazzate su cazzate e diventare una volta e per tutte un buon padre di famiglia, beh, mi dispiace per voi, ma Californication non si muove di un millimetro.
Il nostro Bukowski dei poveri continua pateticamente a passare da una figa all'altra, a non imparare dai suoi errori (la storyline principale della stagione incentrata sul processo mi sembra una prova evidente di tale immobilità) e a mostrare grande creatività nel commetterne di altri.
Tanto c'è sempre un reset di fine stagione a risolvere tutto.
Insomma, è come vedere una puntata dei Simpson, dove gli ultimi 30 secondi annullano i grandi cambiamenti epocali che costituiscono il centro dell'episodio, ripristinando la quotidiana routine di Springfield.
Solo che questo dura 12 puntate.
E se è vero che nella prima stagione, Hank sembrava mosso da un qualche spirito di rivalsa teso a riconquistare Karen, dalla seconda in poi, l'impressione sempre più netta è che il nostro eroe sia una sorta di barca alla deriva, in balia di venti, eventi e delle fighe che gli cadono tra le braccia, senza una vera progettualità a livello di script.
Basti pensare ai due grossi snodi di questa quarta stagione: il processo e le riprese del film sulla vita di Hank.
Due trame potenzialmente interessanti, gestite male e sviluppate peggio, con personaggi che vanno e vengono (Mia, Sasha Bingham, la Gugino-avvocata, Eddie Nero) facendo periodiche comparsate, senza che al protagonista gliene importi una sega, per quanto è statico.
Intendiamoci, io amo Californication ed Hank Moody e quel folle pervertito di Charlie Runkle e Becca e persino la donna più instabile del globo terracqueo (Karen); però, cazzo, se dopo 4 stagioni comincio a nutrire il sospetto che il protagonista sia più un coglionaccio patetico che un figo artista dannato, è evidente che qualcosa non funziona.
Ed è un peccato, perchè, come detto sopra, visti i 12 episodi in 3-4 giorni, Californication ti strappa le fragorose risate che gli chiedi e riesce persino a chiosare con poesia, in un finale palesemente pensato come chiusura di serie, prima che la SHOWTIME rinnovasse per una quinta stagione.
Insomma, in attesa di tempi migliori, un discreto compitino da cui carpire qualche pillola di saggezza (tipo "texting is for faggots") e nuove fantasie erotiche.


Voto 6-

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