sabato 9 luglio 2011

Play: Just Cause 2





L'isola di Panau è il classico minuscolo staterello, pieno di petrolio e governato da un dittatore tappo, con l'hobby per il riportino e una passione sfrenata per i bordelli.
Tanto oro nero e un simile stronzo, ovviamente, attirano le attenzioni di tutte le superpotenze mondiali, pronte a rovesciare il regime e accalappiarsi il bottino, ma, come Hollywood ci insegna, gli americani hanno sempre una marcia in più, potendo contare sull'agente Rico Rodriguez che, neanche 10 secondi di introduzione, e si lancia da un aereo a oltre 9 mila metri d'altezza, armato (udite! udite!) di una scorta infinita di paracadute e di un rampino che non sfigurerebbe nella cintura di Batman.
Così comincia Just Cause 2.
E l'impatto iniziale è notevole, va detto.
Panau, oltre ad essere spaventosamente grande, è un vero e proprio paradiso terrestre, per come alterna (in maniera quasi credibile) paesaggi tropicali da cartolina, a montagne innevate con tanto di rifugi e stazioni sciistiche. I centri urbani sono ben caratterizzati e comprendono piccoli villaggi di contadini e metropoli evidentemente ispirate a Hong Kong e ai suoi grattacieli. Le possibilità di spostamento sono molteplici, potendo contare su qualsiasi mezzo di locomozione (auto, moto, barche, elicotteri, jet..) e su un mercenario-tassista che risparmia lunghe (per non dire estenuanti) traversate alla ricerca del sito da cui attivare la missione successiva.
In Just Cause 2 tutto è orientato alla iperspettacolarizzazione, così, non stupisce lo stile di guida prettamente arcade del titolo, con collisioni ad alto tasso di esplosione e una gestione della fisica che spesso rende Rico Rodriguez una sorta di supereroe, in grado di saltare da un'auto in corsa ad un'altra senza problemi (e non dico nulla sul finale) e di uscire quasi indenne da cadute da almeno 10 metri d'altezza.
Il titolo Avalanche, però, è fortemente votato all'azione, incentrando sia le missioni principali che quelle secondarie sulla distruzione delle strutture governative. L'indicatore CAOS è quello che si deve tenere sempre d'occhio e questo la dice tutta sulla quantità di strutture date alle fiamme che vedrete deflagrare sullo schermo.
Infiltrarsi nelle basi nemiche, fare a pezzi i soldati e distruggere ogni serbatoio, ciminiera, gasometro, torre dell'acqua, torre-radio risulta particolarmente godurioso.


Almeno i primi tempi.
Perchè superato l'abbocco estetico, Just Cause 2 è un'iterazione quasi ossessiva di assalto-esplosione-fuga con sporadiche pause legate al viaggio (troppo lungo in molti casi) che vi separa dal punto di attivazione della missione successiva.
Insomma, la puzza di occasione mancata è abbastanza forte, oltretutto con il rimpianto di una realizzazione tecnica ineccepibile (anche la gestione delle sparatorie mi sembra ben riuscita e, quanto ad IA dei nemici, ho visto di molto peggio).
A fronte di una storia stiracchiata e piuttosto banale (e di un doppiaggio in italiano ai limiti dell'indecenza), il titolo Avalanche non mi fa rimpiangere i 19.90 euro spesi (non lo consiglierei se non costasse così poco) e si prende le sue buone 15-20 ore per essere completato (almeno per quel che concerne la trama principale), offrendo poi la possibilità di continuare a seminare panico e fiamme per tutta Panau.
Ma come, ancora!?

Voto 6,5

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