venerdì 6 maggio 2011

Popcorn: Machete/Hobo With A Shotgun

Doppia recensione per 2 figli nati dalle costole di quel Grindhouse della coppia Tarantino-Rodriguez tanto snobbato da pubblico e critica quanto riuscito. La storia è nota ai tarantiniani sfegatati: sia Hobo che Machete, infatti, nascono originariamente come fake trailers che introducevano alla visione di Death Proof e Planet Terror. Sulla scia di questi ultimi 2 film, spuntano come funghi una serie di epigoni che cercano di richiamare quell'ottica da b-movie anni '70 pacchiana, esagerata e folle che era nelle intenzioni dell'operazione nostalgia di Rodriguez e Tarantino: alcuni con ottimi risultati (vedi Black Dynamite, di cui ho parlato in un precedente post), altri con pessimi (vedi Bitch Slap); fino ad arrivare a Machete e Hobo With A Shotgun, perlappunto.
Vediamo com'è andata.




Il mio giudizio per questo film è pesantemente condizionato dal mio amore quasi patologico verso Blade Runner: insomma, capirete che Rutger Hauer protagonista non aiuta/aiuta nella valutazione.
La storia è semplice: un clochard giunge in una cittadina in preda al caos, governata da un narcotrafficante, tale Drake, classico cattivone bidimensionale ma dalla sadica ironia, e coadiuvato da 2 figli altrettanto feroci e vestiti da John Travolta in Grease.
Il crimine regna sovrano, la polizia collude, la gente se ne frega e nel barbone si sviluppa una incontrollabile sete di giustizia che lo porta a imbracciare un fucile e a fare saltare teste, in giro per le strade.
Quello che sorprende nell'opera prima di Jason Eisener è la capacità di inserire tra un momento esagerato (donne che sguazzano nel sangue) ed un altro (teste umane usate come decorazioni per auto), immagini che avvicinano, seppur blandamente, il concetto di poesia.
Tutto merito di quel gigante di Rutger Hauer, ovviamente, capace di dosare con classe le espressioni da folle giustiziere, alternandole allo sconforto ed affanno di un vecchio e solitario orso.
Ovviamente, lungi da questo film una critica sociale (anche se i cittadini ci mettono due secondi a decidere, sotto ricatto, di sterminare tutti gli homeless), ma è lodevole, e senz'altro riuscita, l'intenzione di dare uno spessore al protagonista, rifuggendo il clichè dell'uomo tutto d'un pezzo e tratteggiando un sognatore speranzoso di redimere una prostituta e di immaginare un futuro migliore per i neonati cui parla nella nursery di un ospedale.
In compenso sono presenti tutti gli altri clichè del pianeta: la brava bad girl in pericolo, il cattivone di cui sopra, i figli (uno scemo e l'altro malefico) e tutto quello che vi aspettereste da questo tipo di film, sempre nel rispetto di un'estetica più anni '80 che '70 (a partire dalla grandiosa colonna sonora che annovera gente come Lisa Lougheed e la stupenda Run With Us dei titoli di coda, per passare ad un'autocitazione che fa Rutger Hauer riferendosi al mitico The Hitcher), con colori saturatissimi e una fotografia che spruzza sangue su ogni punto dello schermo.
In definitiva, Hobo With A Shotgun è il classico concentrato di violenza estrema, figa e divertimento che ogni amante di b-movie desidera; oltretutto, è un'altra occasione per ammirare ancora una volta quel granduomo di Rutger Hauer.
Che volete di più?

Voto 8






Che volete di più, dicevo? Machete.
Perchè dopo Machete non c'è altro.
Senza dilungarsi troppo, è l'Everest dei b-movies e possiede tutto quello che un cinefilo col testosterone alle stelle possa desiderare: Lindsay Lohan nuda o vestita da suora, Michelle Rodriguez in hot pants e canotte aderenti, Jessica Alba (che a me non è mai piaciuta granchè, però stavolta non è male) in tacchi a spillo e jeans attillati, preti con fucili a canne mozze sotto l'altare, Robert DeNiro versione Borghezio texano (forse il primo ruolo che imbrocca da almeno 5 anni a questa parte, ed è geniale), Tom Savini (mitologico make up artist anni '80, già visto in Dal Tramonto All'Alba e Planet Terror) in un cameo meraviglioso, Steven Seagal con l'accento ispanico, Jeff Fahey (Lapidus in Lost, per intenderci) e Don Johnson splendide macchiette, e poi le crazy twins di Planet Terror tornate per l'occasione, intestini usati come funi per calarsi da un piano all'altro di un ospedale, teste mozzate, battute EPICHE, sangue a volontà, nudi integrali (ma credo di averlo già detto), lame che si infilano ovunque e infine quell'idolo di Danny Trejo, un uomo nato per questo ruolo.
Rodriguez insozza il tutto come può, tra rock tamarro fatto in casa (favoloso il tema principale) e pellicola sgranata à la Grindhouse.
Il risultato è un film che vi farà abusare della parola "figata".
E nonostante questo, vorrete rivederlo.

Voto 9

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