sabato 21 maggio 2011

Play: PS3 So Far...



E come promesso, o minacciato, fate voi, dopo un tuffo nel passato tra retrogaming e nuove pietre miliari che si affacciano prepotentemente all'orizzonte, è il turno del presente.
Con una doverosa premessa.
Non venendo meno al mio status di nerd sfigato, penso di essere uno dei pochi possessori di PS3 a non averla connessa ad Internet.
Potete sfottermi (o potrei ipoteticamente farlo io, visti i recenti sviluppi post-hackeraggio del PSN) e/o rinunciare a leggere il seguito (potreste benissimo imputarmi valutazioni monche su giochi che guadagnano o perdono punti con la parte online), fate pure.
Chiaramente, la non connessione non scaturisce da una mia scelta ma da ineluttabili fattori fisici, sociali e genetici: madri che non vogliono "macchinette" in salotto, router a 10 milioni di km di distanza dalla PS3, pigrizia mentale nell'escogitare soluzioni alternative, riluttanza a spendere più di 50 euro per un ripetitore del segnale wi-fi, etc. etc.
Eppure, ad essere sincero, e senza voler fare la volpe e l'uva, la cosa non mi pesa neanche tanto: per FIFA mi bastano le sfide con mio fratello, per molti giochi non ho l'opzione Internet di default (i 2 Fallout, Metal Gear Solid 4, Assassin's Creed e via dicendo); così conservo i rimpianti per Uncharted 2 e Red Dead Redemption.
Ma in un mondo che non fa che offrirmi distrazioni dalla meta della laurea, direi che rinunciare al multiplayer online è un sacrificio accettabile per il lancio del cappello, il giuramento di Ippocrate e ricchi premi e cotillons.
Detto questo, ed evitando la lunghissima piega alla prolissità del precedente post videoludico, passiamo direttamente in rassegna i giochi che finora ho provato su 'sta benedetta PS3.




Batman - Arkham Asylum: per il principio "la fine è un buon inizio", cominciamo dall'ultimo gioco portato a termine. Da patologico appassionato del personaggio (sono cresciuto con la serie animata degli anni '90, curata dallo stesso sceneggiatore dietro questo progetto, cioè Paul Dini), questo è IL gioco di Batman. E lo dice uno che non è mai stato un grande fan dei giochi action dove solitamente basta premere all'impazzata un tasto per picchiare i 5 ceffi di turno che ti circondano. Anche perchè fare combo non è esattamente il mio mestiere; il merito dei ragazzi di Rocksteady è far confluire una spaventosa immediatezza nei comandi (ebbene sì, anche io sono riuscito a realizzare combinazioni piuttosto variegate) ad un azzeccatissimo approccio stealth (più di una volta ho avuto un deja vu della prima apparizione del Cavaliere Oscuro in Batman Begins; e ovviamente la cosa mi è piaciuta), passando per le oniriche e originali sezioni platform degli scontri con lo Spaventapasseri. Il tutto orchestrato dal sopracitato Paul Dini, che crea ad arte una storia capace di coinvolgere molti villain storici del Pipistrello, senza forzature evidenti e con un Joker ovviamente mattatore. Il trailer del prossimo Arkham City è da bava alla bocca: questo resta un must have, a maggior ragione adesso che è entrato nella linea platinum (e si prende le sue buone 15-20 ore per finirlo). Accattativillo! Voto 9,5







Assassin's Creed I-II: il primo capitolo ha il merito di introdurre uno stile e una meccanica di gioco che verrà copiata da molti altri epigoni di questa generazione; sullo sfondo di una trama che miscela storia a sci-fi in salsa Lost, le avventure di Desmond Miles e del suo alter ego medievale Altair risentono di una certa ripetitività con missioni troppo uguali a sè stesse ed è troppo evidente la superiorità del protagonista rispetto ai nemici. Il secondo capitolo, forte di una base già consolidata, rende sfavillante l'impalcatura in ogni suo aspetto: il fiorentino mediceo Ezio Auditore ha un carisma molto maggiore del suo antenato medievale (e i comprimari, vedi Leonardo Da Vinci, non sono da meno), le missioni offrono una reale possibilità di scelta su quale tipo di approccio prediligere (se stealth o action), la storia è appassionante e l'ambientazione fa il resto: con l'Italia rinascimentale non c'è trippa per gatti. Voto 7 e 8,5






Heavy Rain: finito qualche settimana fa, entrerebbe nella mia top ten all'istante. Pur avendo giocato alla fatica precedente dei Quantic Dream, quel Fahrenheit su PS2 ingiustamente snobbato da pubblico e critici, Heavy Rain mi ha rapito come fossi l'ultimo dei novellini. David Cage e compagni creano una storia strepitosa per intreccio e livello di coinvolgimento (evitando lo svaccamento finale del Fahrenheit sopracitato), lasciando il giocatore in un orgasmico bilico tra interagire e stare a guardare. A molti la logica del Quick Time Event può non piacere ma è innegabile l'adrenalina e il senso di immedesimazione prodotti durante le fasi di gioco: che sia far partire la macchina o fare a pugni con un aggressore. Il resto lo fa una messinscena superlativa (la localizzazione italiana coinvolge fior di doppiatori tra Pino Insegno e Claudia Gerini, per citarne due), una meravigliosa colonna sonora e un taglio cinematografico che mischia Seven, Saw e i noir vecchio stampo. Voto 10




Dead Space: se non era per la demo contenuta nel Padrino II, probabilmente l'avrei bellamente ignorato. Mi sarei perso un riuscitissimo cocktail di Alien e La Cosa in salsa survival horror; EA confeziona un'atmosfera realmente angosciante facendo leva su tutte le componenti a sua disposizione: l'ambientazione spettrale dell'astronave Ishimura, la goffa pesantezza del protagonista e un sapientissimo utilizzo della musica ed in generale degli effetti sonori. Pare che il seguito rispetti le regole considerate per AC e Uncharted, ma, a me, già il primo capitolo ha divertito parecchio. Voto 8




Red Dead Redemption: favoloso. Un gioco che sognavo dai tempi della PSOne e che con John Marston diventa realtà. Un west duro, sporco e realmente selvaggio, fortemente debitore di Sergio Leone e Clint Eastwood, e per fortuna non di John Wayne: cavalcare dal Messico al Texas passando per i boschi e le nevi del Colorado, fermarsi ad ammirare paesaggi che lasciano senza fiato, tra una caccia a una taglia e una partita a poker, un duello e un fortuito incontro con un grizzly, una rapina in banca e un agguato in un pueblo. Il tutto, accompagnati da uno dei personaggi più carismatici mai apparsi in un videogioco: un pistolero disilluso, cinico, ma in fondo dal cuore d'oro. Aggiungeteci un finale che definire epico è riduttivo e vedete che ne esce. Voto 10




Uncharted I-II: potrebbe benissimo valere lo stesso discorso fatto per Assassin's Creed: il secondo capitolo potenzia al massimo quanto di buono fatto vedere dal primo, correggendo piccoli difetti che comunque non intaccano la qualità generale del prodotto. A mio gusto, però, la saga di Uncharted ha qualcosa in più, forse perchè mi faccio abbindolare dal taglio cinematografico, spettacolare e riuscitissimo per come combina Indiana Jones a Tomb Raider, pur essendoci meno tette. Oltretutto, graficamente, penso che Uncharted 2 sia il meglio attualmente a disposizione su PS3. Voto 8,5 e 10




Grand Theft Auto IV: per un giocatore navigato di qualsiasi uscita Rockstar dai tempi di GTA3 in poi, mi aspettavo qualcosa in più. Per carità, il livello è altissimo, Liberty City è impressionante per come somigli sempre più ad una città vera, la vicenda è appassionante e non mancano le solite bordate caustiche e irriverenti della casa di Dan Houser, ma, dopo 6-7 GTA, ti accorgi che la storia è sempre la stessa, le innovazioni poche e, per quanto ti stia simpatico Niko Bellic e il suo accento slavo, e per quanto il gioco comunque ti diverta, Tommy Vercetti resta sempre il più figo. Voto 8-



The Saboteur: molto carino. L'ambientazione nella Parigi occupata dai nazisti ha un indubbio fascino connaturato; se aggiungete una caratterizzazione stilistica peculiare (le zone occupate sono in bianco e nero), una riproduzione fedelissima della capitale in ogni sua componente, missioni tutto sommato abbastanza variegate e una storia divertente, il gioco fa ampiamente il suo dovere, destreggiandosi tra free-roaming, action e puntando su un'impostazione arcade per le sessioni di guida. Personalmente, l'unico difetto riscontrabile è uno scarso bilanciamento della difficoltà, via via che si prosegue nella trama, ma EA porta a casa la pagnotta anche stavolta. Voto 7



Il Padrino II: un po' come per i libri, mi risulta veramente difficile dare un brutto voto a un gioco. Tuttavia, con questo ho toppato senza appello: se è vero che da un lato la pulizia grafica sia lodevole (ma niente di trascendentale, intendiamoci, e il minimo sindacale per una console come la PS3) e la gestione manageriale delle varie attività criminali sia più che discreta, la meccanica di gioco è ripetitiva quasi all'ossessività: stermina le famiglie rivali ed è fatta. Nel mezzo una realizzazione tecnica delle sessioni di guida francamente scadente e una IA dei nemici sostanzialmente ridicola. Finora il mio peggior acquisto. Voto 4




Fallout 3: come si può evincere dal post precedente, sono ovviamente di parte. Sì, è vero, la grafica non è granchè e in alcuni casi si può anche usare la parola "approssimativa" con palazzi che compaiono dal nulla e montagne che si appiattiscono di colpo. E, sì, è vero, ci sono insopportabili bug e il rischio di un freeze del gioco è dietro l'angolo. Ma vagare per la Zona Contaminata in maniera totalmente autonoma, fare quello che ti pare senza alcun freno, è un'esperienza unica e divertentissima. Voto 10



Fallout New Vegas: fanno i furbi quelli di Bethesda. Facendo leva sul botto del precedente capitolo, danno una riverniciatina qua e là e ti vendono la vecchia Punto come la nuova versione (ripensandoci, forse avrei dovuto scegliere un modello più figo, ma vabbè): la quest principale si fa più intricata (offrendo finali alternativi) e intrigante, si aggiungono un paio di novità stuzzicanti (il compagno e la modalità Duro) ma i bug e i freeze si moltiplicano e la grafica è la stessa del terzo capitolo. C'è poi un difetto sostanziale: il deserto del Mojave non ha 1/3 del fascino della zona contaminata di D.C. Un must solo per accaniti come me, per gli altri, un discreto antipasto in attesa di Fallout 4. Voto 7,5





FIFA 10-11: li metto insieme perchè sostanzialmente si parla dello stesso gioco; da un'edizione all'altra le migliorie sono poche e quasi impercettibili ma stiamo parlando del gioco di calcio più vicino alla realtà in circolazione: i ritocchi alla fisica dei contrasti e all'IA dei portieri tolgono qualsiasi appiglio ai detrattori regalando un'esperienza di gioco realistica e divertente. In barba all'online, è l'unico acquisto che mi dura un anno solare, tra campionati e sfide con mio fratello. E sticazzi. Voto 9




Metal Gear Solid 4: ultimo (?) capitolo della saga di Solid Snake, rappresenta la summa dei 3 precedenti episodi, regalando chicche sparse, autocitazioni, migliorie varie nella meccanica di gioco e rattoppando (almeno in parte) una storia che in Sons Of Liberty aveva preso una piega assurda (per non dire ridicola, in certi punti). Mettendo da parte il lato affettivo del giocatore fan della serie, è innegabile che la mole di filmati sia nettamente sproporzionata alle sessioni di gioco (che di fatto, sono dei piccoli intermezzi); fattore che condiziona, non poco, un'eventuale rigiocabilità: io ho paura a sorbirmi di nuovo altre 18 ore di spiegoni e video. D'altro canto, Snake è Snake: quelle rare, poche, ore di gioco sono favolose. Voto 8+






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