sabato 30 aprile 2011

Parentesi Ilare




Certi contatti su Facebook sono un toccasana per un umore troppo spesso schiavo della metereopatia. In un particolarmente grigio sabato primaverile, spunti per piangere con un occhio se ne trovano in abbondanza.

Partendo dalla migliore recensione di World Invasion disponibile sul web:

"Ieri sono andata al cinema con un amica siamo andate a vedere questo filmhttp://www.mymovies.it/film/2011/worldinvasion/ parla di una storia di Marines che combattono per il popolo invaso da alieni di latta che invadono la terra' io adesso mi chiedo come fanno a fare film di guerra di morte quando a pochi chilometri da ogni citta' del mondo c'e' una guerra in corso dove muiono veramente persone innocenti?"


Passando per un amichevole scambio di dediche:

Tipa A:
"sono sola stasera senza di te mi hai lasciata da sola davanti al cielo, vienimi a predere , mi riconosci ho le scarpe piene di passi, la faccia piena di schiaffi, il cuore pieno di battiti e gli occhi pieni di teee ♥"

Tipa B: "Addirittura! grazie [Tipa A] :) cmq non ti fare strane idee fino a prova contraria almeno penso sinceramente sono un po' confusa mi piace il cazzo... :)"


Attraversando sinceri sentimenti d'amore:
"e io ho te... è stò da favola"

Permeandosi, al contempo, di nozioni e concetti profondi, da custodire per la vita:
"L'INVIDIA è DAVVERO 1BRUTTA BESTIA.....SPERO DI NN PROVAREI MAI QUALCOSA DEL GENERE......eè LA CATEGORIA DI PERSONE CHE PROPRIO NN TOLLERO....MA IN FONDO LI CAPISCO XKè MI RENDO CONTO CHE CHI INVIDIA E SPARLA DIETRO GLI ALTRI NON HA ARGOMENTI SUFFICIENTI PER PARLARE DI Sè STESSI"


Arrivando, infine, alle agognate vette dell'Illuminazione, lì, dove neanche il Dalai Lama ha mai osato levare lo sguardo; lì, dov'è custodito il Sapere universale e dove ogni pensiero è troppo futile per poter fronteggiare una simile verità:
"LA BIONDA COLPISCE LA MORA RAPISCE...."




mercoledì 27 aprile 2011

Dischi Del Mese: Aprile '11



Era uno dei dischi più attesi dell'anno, per cui stavolta la copertina, in maniera abbastanza ovvia, se la beccano gli Strokes. Per quanto il giudizio sull'album, leggendo in giro, sia abbastanza controverso, su una cosa tutti sono d'accordo: che l'immagine della cover fa assolutamente schifo. Ma io me ne frego, il giallo per una volta non mi dà fastidio, la citazione a Escher non mi dispiace, e quindi amen.

The Strokes - Angles: partiamoci così; non siamo neanche lontanamente vicini ai livelli di Is This It. Dubito che li raggiungeranno nuovamente, ma, alla faccia di tutti i detrattori del globo che aspettavano beluini al varco, il disco funziona. Almeno, fino alla sesta traccia. Tolta You're So Right, che forse è uno dei pezzi più brutti mai scritti da Casablancas e compagni, Machu Picchu, Under Cover Of Darkness, Taken For A Fool e Two Kinds Of Happiness sono tutte potenziali singoli e ottime canzoni. Poi cominciano ad annoiare (salvo in minima parte solo Gratisfaction), perchè imbeccare 10 brani perfetti per immediatezza e qualità, ti può riuscire, magari, una volta, se sei fortunato. E loro hanno già dato con il primo album. Voto 6,5

The Pains Of Being Pure At Heart - Belong: reclutato per l'occasione lo stesso produttore di Mellon Collie degli Smashing Pumpkins, i Puri Di Cuore seguono la stessa strada maestra del fortunato esordio, tra shoegaze, riff un pelo più corganiani del solito (per l'appunto) e melodie che più orecchiabili non si può (la title track o The Body, ad esempio). I Jesus And Mary Chain li adotterebbero seduta stante. Ottimo sottofondo per una giornata solare da cantare in macchina. Voto 7

The Vaccines - What Did You Expect From The Vaccines?: gli inglesi li stanno pompando come Bloc Party, Franz Ferdinand e Arctic Monkeys negli anni passati. Dal canto loro, se ne escono con un indie che cerca di strizzare quanti più occhi possibile; dagli Editors (almeno nel timbro vocale) ai Ramones passando per i Jesus di cui sopra. Si divertono e divertono (personalmente parecchio); se poi il pallone si sgonfia, amen. L'anno prossimo spunterà un altro vaccino. Voto 7,5

Lykke Li - Wounded Rhymes: conosciuta grazie a FIFA 10, questa svedesina sembra avere le carte in regola per dire la sua nell'ambito del pop al femminile. Intendiamoci, non bazzichiamo dalle parti di Lady Gaga. Qui, questa bionda (lei sì realmente figa) sa essere trascinante, seducente e contemporaneamente di gran classe (ascoltate Sadness Is A Blessing). Ho trovato la donna della mia vita (almeno per questo mese). Voto 7,5

Green Day - Awesome As Fuck: il fan storico che è in me soffre. In un futuro post in cui mi occuperò di tutta la loro discografia mi spiegherò meglio, ma resta il fatto che questo disco è una zozzeria per svariati motivi. In primis, l'orrida copertina (grigio e rosa, bellammerda), in secundis, a che scopo fare uscire un live a distanza così ravvicinata da Bullet In A Bible (con cui, tra l'altro condivide mezza scaletta)? Ma ovvio, spremere le tasche dei neo-emo-fan che sbavano per Billie Joe. Le uniche cose da prendere sono Burnout e Who Wrote Holden Caulfield, ovvero quando i Green Day erano i Green Day (e poi le fan con l'ormone impazzito urlano di meno durante questi 2 pezzi). Voto 4

The Kills - Blood Pressure: oscurati dall'ingombrante aura di Kate Moss, compagna del chitarrista Jamie Hince, i Kills sono sempre stati snobbati come molto fumo e poca sostanza (anche se Alison Mosshart ha dato ottima mostra di sè con i Dead Weather di Jack White). Ebbene, questo Blood Pressure non è malaccio; niente di nuovo sotto il sole, il solito indie-rock acido e sporcato ad arte. Probabilmente li dimenticherete 20 minuti dopo averli ascoltati, ma tra tanto fumo un paio di canzoni carine si trovano. Voto 5,5



lunedì 18 aprile 2011

Popcorn: The Fighter




Capire per quale mistero la boxe, a livello cinematografico, sia spesso sinonimo di riscatto sociale è un'impresa ardua.
Ed in fondo, non mi intriga neanche tanto l'argomento.
Eppure, limitandosi a guardare il film, The Fighter è uno dei prodotti più convenzionali mai usciti: c'è un pugile nato fallito, una madre-manager-padrona-bastarda (con tanto di esercito di figlie oversize al seguito), un complicato rapporto col fratello-allenatore crackomane, un difficile amore con la classica bad girl dal cuore d'oro e la riscossa finale.
Cheppalle, direte voi.
Fino a un certo punto, dico io.
Perchè David O.Russell (che in futuro curerà l'adattamento di Uncharted) non sbraca e si mantiene molto sobrio e funzionale alla storia, nella direzione di un cast che è il vero punto di forza del film.
Mark Wahlberg è perfettamente a suo agio nei panni di Micky Ward, passando, a seconda delle situazioni, dal mammone all'uomo tutto d'un pezzo e pugile determinato.
Amy Adams è più che credibile come barista di un locale dove per ottenere una mancia devi farti toccare il culo; e per una che io ricordo solo per Come D'Incanto della Disney, direi che è un grande traguardo.
L'odiosissima madre di Micky, impersonata da Melissa Leo, è la classica matrona dedita al controllo e (più o meno velatamente) allo sfruttamento delle doti del figlio. La bravura dell'attrice, però, sta nel tratteggiare una donna forte e capace ma che sembra effettivamente ferita dai sentimenti di ribellione mostrati dal figlio, dando una coloritura di strano amore materno all'atteggiamento di comando che è alla base del loro rapporto.
Infine, e giustamente premiato con l'Oscar, c'è Christian Bale; anima e corpo (letteralmente) nell'interpretare il fratellastro Dicky Ecklund, sguardo perennemente allucinato, ovvia tendenza al fare casino per sè e per gli altri.
Giustamente, Russell fa dell'alchimia tra i 2 fratelli (ed effettivamente l'intesa tra Wahlberg e Bale è più che buona) il vero snodo centrale del film.
Nonostante la totale inaffidabilità di Ecklund, è un affetto sincero e indissolubile quello che lega due persone così diverse da averne una rappresentazione simbolica nelle rispettive storie parallele: perchè, se da una parte, Micky lotta per l'emancipazione dal regime totalitario e totalizzante imposto dalla madre, dall'altra, Dicky, attraverso la prigione, razionalizza errori e conseguenze di una vita segnata dal crack, riuscendo a redimersi in tempo per la corsa al titolo del fratello.
E se vedete quintali di retorica in queste ultime righe, non preoccupatevi; il film è tratto da una storia vera.
Mi volete trovare qualcosa di più retorico della vita?



Voto 7


martedì 12 aprile 2011

Play: Io E I Videogiochi




Di due cose mi sono accorto scrollando i post di questo blog: la prima è che sono negato coi titoli.
La seconda, invece, è che finora non ho dedicato neanche una parola ad un'altra mia grande passione: i videogiochi.
Avrò avuto 5 anni (o forse 4, boh) quando giocavo al mitico e mitologico Atari; complice l'età, non ho molti ricordi associati a questa console, se non il joypad molto simile al cambio della macchina, e immagini sparse di giochi di guida, tiro al piattello e persino gdr.
La mia fantasia di bambino concepiva il videogame come un cartone animato sotto il mio assoluto controllo.
E ovviamente la cosa mi piaceva da impazzire.
Dall'Atari al primigenio Nintendo, il salto fu breve. Super Mario è un passaggio obbligato per chiunque abbia mai avuto un minimo contatto con questo mondo, che sia un professional player o un novellino.
Stesso discorso per Street Fighter e Mortal Kombat.
Fin da piccolo, comunque, manifestavo una predilezione per platform e giochi d'avventura, senza trascurare l'immancabile gioco di calcio.
L'evoluzione continuò col Super Nintendo; pochi giochi, ma buoni: Super Mario Kart (un capolavoro in termini di giocabilità e rigiocabilità), l'antesignano ISS PRO della Konami, Killer Istinct (un picchiaduro senza infamia nè lode), l'ennesimo capitolo di Street Fighter e un gioco di basket di cui non ricordo il titolo.
Come potete notare, i gdr non mi avevano granchè conquistato.
Quindi, no, non ho giocato a Zelda (se non 10 minuti ad un supermercato), perdonatemi.
Prima di toccare il fondamentale capitolo Playstation, devo poi precisare che non ho mai concepito il pc come piattaforma videoludica, fatta eccezione per i punta-e-clicca e Campo Minato/Prato Fiorito.
Ho ovviamente amato alla follia Monkey Island (anche se l'ho apprezzato ancora di più rigiocandolo l'anno scorso e cogliendo cose che da bambino mi ero perso), ma anche il delirante Maniac Mansion e i primi 2 Broken Sword (specialmente il primo).
Al primo anno di liceo, ricordo il senso di tradimento provato nei confronti della grande N quando passai alla console di casa Sony.
Naturalmente, mi sentii in colpa per 10 secondi circa.
Nella top ten che vedete qui sotto, è evidente come la Playstation abbia segnato il mio immaginario videoludico, modificato radicalmente il mio modo di intendere un gioco e affinato i gusti in materia.
Da Resident Evil a Crash Bandicoot, passando per Silent Hill, Syphon Filter, Medievil e Tekken, fino ad arrivare ai 3 capitoli di Final Fantasy usciti per PSOne (anche se, a dispetto dei miliardi di fan del settimo, fu l'ottavo a colpirmi di più), ed infine a quello che ritengo IL videogame: Metal Gear Solid, uno strepitoso connubio di tecnica e divertimento, sotto l'egida di un taglio cinematografico mai visto prima in un videogioco.
Il lavoro di Kojima e Konami, di fatto, rappresenta la base per il futuro sviluppo dei giochi per PS2 e PS3, dove sempre più spesso le software house sfruttano l'aspetto cinematografico per ingolosire il videogiocatore.
Proprio la Playstation 2 è stata la console più longeva di casa mia, nonchè quella che ha sancito il definitivo salto di qualità di gamer più navigato: la passione per i gdr si è rinforzata con i nuovi capitoli di Final Fantasy (sebbene inferiori per impatto a quelli usciti per PSOne), ma soprattutto con i 2 Kingdom Hearts. Il primo amore per i survival horror è continuato con il quarto, splendido, capitolo di Resident Evil.
Tuttavia, il monolite nero, per me, è sinonimo di free-roaming.
Grand Theft Auto 3 rappresentava una sorta di miracolo, dal mio punto di vista; una città da esplorare, totale libertà, linguaggio scurrile.
Un sogno.
Ancora meglio andò col successivo Vice City, dove l'ambientazione anni '70 risultò riuscitissima e di maggiore impatto.
Da GTA3 in poi, non ho perso un capitolo e, nonostante ormai sia sempre la stessa storia, non vi nego che girare ambienti così vasti, in piena autonomia, è impagabile.
Capirete subito come mai, per me, Fallout 3 sia un altro miracolo in stile GTA. I detrattori possono evidenziare tutti i difetti di realizzazione tecnica che vogliono (i bug, effettivamente, sono parecchi sia nel terzo capitolo che nel sequel, New Vegas), ma girovagare nell'immenso scenario post-atomico del gioco Bethesda è, al momento, l'emozione più forte mai provata nella PS3.
Se la batte con i meravigliosi 2 episodi di Uncharted (che porta all'estremo il concetto di "taglio cinematografico" di MGS), con le solitarie cavalcate di Red Dead Redemption (aridaje col free-roaming) e con la claustrofobia angosciante di Dead Space.
Non mi soffermo tanto sulla PS3, perchè conto di farlo in un prossimo post, dedicandomi ai giochi che ho avuto finora.
Un'ultima parentesi, la dedico alla categoria giochi sportivi, partendo dal calcio.
La grande diatriba è sempre stata FIFA-PES, fin dai tempi della PSOne.
La mia esperienza di giocatore è stata ondeggiante, avendo cominciato con il calcio targato Electronic Arts, per poi passare (in cerca di maggiore realismo e meno rovesciate fuori area) alla Konami, fino al 2009.
La progressiva tendenza ad un approccio più arcade e meno simulativo mi ha riportato sulle sponde di EA, scelta di cui non sono minimamente pentito, in virtù del fatto che FIFA11 è indubbiamente il miglior gioco di calcio in circolazione, oggi sul mercato.
Non ho minimamente fatto menzione ai giochi di guida, pur avendo nella mia collezione un paio di Gran Turismo; ebbene, non mi piacciono, anche perchè sono negato. (potete anche invertire le 2 proposizioni, la sostanza non cambia)
Mi accorgo adesso di non aver citato neanche uno sparatutto, ma non amo (per non dire che mi fa schifo) la visuale in prima persona, e mi fermo qui per non dilungarmi oltre.
Vi lascio con una personalissima top ten dei miei videogames preferiti EVER.
Sicuramente ne dimenticherò qualcuno, ma comunque:



1- Metal Gear Solid


2- Super Mario Bros.




3- Final Fantasy VIII




4- Grand Theft Auto 3



5- Broken Sword: The Shadow Of The Templars




6- Maniac Mansion



7- Resident Evil



8- Super Street Fighter



9- Fallout 3




10- Uncharted 2




Infine (mi sono lasciato prendere dalla passione, lo so), menzione speciale per 3 giochi arcade su cui ho buttato tonnellate di monetine, quando andavo alle giostre, la domenica mattina:

*Cadillacs & Dinosaurs


*Vendetta

*Outrun




domenica 3 aprile 2011

Ricapitolando


Vediamo un po'.
Che vi siete persi in questo mese di connessioni precarie, chiavette e insulti a Vodafone, Tele2, Telecom, Sip e Poste Italiane?
Berlusconi è andato in visita a Lampedusa a promettere casinò, restyling alla Portofino, grandi navi a portare via i tunisini dall'isola e, ad oggi, ("entro 48-60 ore la situazione verrà risolta!") il clima che si respira è molto simile a quello di una guerriglia urbana.
By the way, complimenti a quei lampedusani che hanno ferocemente intimidito chi aveva solo manifestato l'intenzione di contestare il premier.
No, dai, meglio farci vedere disperati e boccaloni al punto da credere alle ennesime minchiate sparate dal barzellettiere, ahime/ahinoi, più famoso d'Europa.
Nel frattempo, in Parlamento, La Russa s'è confuso; pensava di essere su di un caccia a fare il Top Gun della situazione e ha sparato tutto ciò che poteva sparare: stronzate, vaffanculo e persino giornali all'indirizzo del presidente della Camera.
Per l'innato senso di giustizia ed equità che gli è consono, il ministro Alfano non ha voluto essere da meno e ha lanciato il suo tesserino elettorale verso l'opposizione, in senso di spregio. (memorabili le spiegazioni di Cicchitto sulla presunta involontarietà della traiettoria; una laurea in fisica ad honorem no?)
Bossi, non volendo essere da meno in questo clima di sobrietà ed eleganza, dopo ore e ore di meditate e sofferte riflessioni, ha trovato la tanto agognata soluzione al problema immigrati, uscendosene con un "fora i ball" perentorio e risolutivo.
In effetti, nessuno ci aveva pensato.
E' di ieri la notizia che il governo tunisino ha smentito qualsiasi accordo con l'Italia per regolare i flussi migratori verso il nostro Paese. No firma, no party.
Ottimo lavoro, Frattini&Maroni.
Oggi, Berlusconi e il suddetto ministro dell'Interno partono alla volta di Tunisi per mettere in chiaro le cose, sperando che non ci scappi qualche altra barzelletta penosa del nostro premier capellone.
C'è veramente qualcuno che ancora si stupisce della nostra (in)credibilità a livello internazionale?
Chiusa la pagina politica (brrr), il calcio, quest'anno, mi sta dando veramente poche soddisfazioni: la mia carriera di scommettitore rischia, anche per il 2010/2011, di chiudersi senza nemmeno una bolletta vinta; il Parma ieri ha fatto resuscitare il Bari che non vinceva dal 6 gennaio (però Marino è stato esonerato, finalmente) e anche al Fantacalcio, dopo un inizio scoppiettante, mi sto afflosciando, trascinato dal crollo inesorabile del Palermo.
La vita quotidiana regala il solito tran tran, fatto di studio, ospedale e uscite con amici uguali a sè stesse.
Mi manca suonare, da morire.
E dovrei riprendere a correre.
E' iniziata la primavera; letargo is over.


sabato 2 aprile 2011

Popcorn: Daredevil




Avevo già espresso il mio odio cordiale verso Ben Affleck, parlando di The Town, dove, nonostante fosse il più scarso degli attori, era riuscito a dirigere il tutto più che bene.
Beh, caro Ben, con Daredevil non la passi liscia.
Sì, parlo a te, brutto figaccione con la stessa espressività di un muro in cemento armato.
A te e a quel coglione che risponde al nome di Mark Steven Johnson, che, non solo osa firmarsi regista di un film che entra di diritto nella lista dei 10 più tamarri di sempre (perchè usare gli Evanescence per la colonna sonora è da tamarri, parliamoci chiaro) ma che ha addirittura la sfrontata ambizione di ritenersi uno sceneggiatore migliore di un Frank Miller qualsiasi, o volando più basso di un Kevin Smith, e, mi voglio rovinare, perfino di quel J.Michael Straczynski
del patto col diavolo di Spiderman.
Il risultato?
Dando per scontata l'infedeltà al fumetto, Johnson se ne esce con una storia sconclusionata in ogni suo aspetto: l'innamoramento Murdock-Elektra è totalmente nonsense da risultare ridicolo, così come l'incontro-scontro con Bullseye prima, e Kingpin poi. Non c'è un intreccio, nè un briciolo di suspense, Devil versione pupazzo in CGI che salta da un palazzo all'altro, fa ridere.
La caratterizzazione dei personaggi, laddove non è assente, è a dir poco patetica: non si capisce perchè Murdock si interroghi sull'essere buono o cattivo, quando dedica la sua vita a pestare i criminali, ma tant'è...
Elektra stessa, che nel fumetto ha le palle tanto quanto Devil, qui, è una ritardata che prende a pugnalate il primo che passa; Jennifer Garner (che obiettivamente è bonissima), in pratica, ricicla la spia di Alias rendendola un pelo più stupida e un attimo più popputa.
Se fate un po' di attenzione, poi, è facile notare come si possa leggere in faccia a Colin Farrell un'espressione da "Ma chi me l'ha fatto fare", mentre porta in scena Bullseye: un cerebroleso col mirino in fronte, gli occhi spiritati e che, in teoria, dovrebbe incutere un certo timore.
Dulcis in fundo, Kingpin: nel passaggio dalla carta alla pellicola diventa nero (e fin qui me ne posso pure fregare), perde il 90% del suo fascino, spuntando nell'ultima mezz'ora dal nulla, e non si capisce per quale motivo ce l'abbia con Devil (dato che il regista/sceneggiatore si dimentica di spiegarcelo nella prima parte).
Era così difficile, fare un copia&incolla del fumetto, basandosi sul taglio noir che è innato nel personaggio e che con il ciclo di Miller e Sinkiewicz raggiunge vette elevatissime?
Per Mark Steven Johnson, evidentemente, sì.
Non lo perdonerò mai per avere accostato My Immortal e quella nefandezza di Bring Me To Life a Daredevil.
Bastardo.
Ah, non ho detto molte cattiverie su Ben Affleck, neanche stavolta. Mi tocca rimediare: qualcuno potrebbe spiegargli che fingere di essere cieco non significa mettersi un'espressione da tonto, please?



Voto 2